venerdì 1 luglio 2011

Un popolo di urlatori

Manifestare liberamente con ogni mezzo il proprio pensiero rientra nei diritti fondamentali dei cittadini retti da sistemi democratici (art. 21 Cost.) ma la manifestazione del proprio pensiero e del proprio dissenso non è per nulla vincolante per gli eletti e democraticamente parlando è giusto che sia così.


Esempio pratico:
A prescindere dall'oggetto che provoca una protesta o una manifestazione di piazza, quanti sono coloro che scendono in piazza a protestare su una determinata questione? 1 milione ? La popolazione italiana di quante persone è formata ?


Sembra che la gente che ama le piazze non sappia riconoscere i poteri decisionali che dovrebbe avere il popolo in una democrazia. Da decenni una parte del popolo scende nelle piazze sui più svariati temi e da decenni questa parte del popolo non ottiene un cazzo se non qualche ora di sfogo.


In sostanza la manifestazione di protesta (di piazza) non è uno strumento da considerarsi volontà popolare che possa vincolare i rappresentanti eletti o i governanti. Gli strumenti che la nostra Costituzione prevede, a favore dell'esercizio diretto della sovranità popolare sono esposti agli articoli 50, 71, 75 e 138 e quello di cui all'art. 21 potrebbe semmai servire a sensibilizzare la coscienza degli eletti o dei governanti affinché questi introducano o modifichino delle leggi o che applichino le leggi non ancora applicate.


Se da decenni i governanti se ne fottono del dissenso manifestato attraverso proteste di piazza da pochi cittadini rispetto alla massa popolare forse dimostrano di non avere una coscienza sensibile e continuare a manifestare in piazza è solo una perdita di tempo ed un illusione che chi organizza tali manifestazioni (spesso i partiti stessi) vuole forse dare volontariamente alla gente perché non si cambi nulla.


Se si vuole ottenere la risoluzione dei problemi per i quali si esprime un dissenso con una manifestazione di piazza bisogna SAPERE quali strumenti si possono usare o quali proteste sostenere per ottenere il riconoscimento dei veri strumenti che consentirebbero al popolo di decidere in luogo degli amministratori eletti o per correggere il loro operato.


Chi continua ad ignorare l'evidente dimostrazione che i principi costituzionali già citati agli articoli 50, 71, 75 e 138 Cost. sono stati disattesi dal legislatore fin dalla loro nascita (1948) perché non ancora attuati con leggi o raggirati con leggi malfatte potrà protestare per l'eternità nelle piazze d'Italia senza mai nulla ottenere.


Altro esempio:
Non si vuole la cosiddetta TAV ? Si redige una Petizione la si fa firmare da quanti più cittadini possibile e la si consegna alle Camere (o al Presidente della Regione se la materia è di competenza locale).
Siccome però manca una legge che regolamenta lo strumento popolare della petizione è molto probabile che gli eletti facciano orecchie da mercante ma almeno si sarà gettata una solida base per chiedere che venga introdotta questa benedetta legge mancante. In questo caso la protesta di piazza avrebbe un senso perché rivendica un diritto che attualmente è negato al popolo (diritto che ha a che fare con le basi della democrazia - esercizio della sovranità popolare).


Ricapitolando:
Non voglio la TAV ? Se scendono in piazza a protestare 1 milione di persone contro 60.000.000 non c'è alcuna base costituzionale e logica per ritenere decisionale/democratica la volontà espressa da una esigua minoranza di cittadini attraverso una manifestazione.


Se la petizione popolare fosse regolamentata con legge e prevedesse dei vincoli agli eletti le cose dovrebbero essere viste diversamente e non si lascerebbe alcun alibi ai rappresentanti eletti e/o governanti di dire "noi siamo stati eletti e decidiamo".


Con le solite manifestazioni di piazza gli eletti possono invece dire tranquillamente: "comprendiamo e rispettiamo il dissenso dei manifestanti, che sono comunque pochi rispetto alla massa popolare, ma noi siamo stati eletti a governare e a decidere e in democrazia vince la maggioranza che governa." 


Le proteste devono essere intelligenti ! Devono essere incentrate sui poteri negati al popolo relativamente all'esercizio diretto della sua sovranità (che in una democrazia è fondamentale).


Bisogna protestare PRIMA perché si attuino gli strumenti costituzionali negati o raggirati dagli eletti che diano al popolo certi poteri e/o chiederne altri (ad esempio referendum) e se esistono già delle leggi attuative di tali strumenti, ma malfatte (che limitano o impediscono l'utilizzo di tali strumenti), occorre chiederne la modifica e l'onesta attuazione.


L'iniziativa popolare come prevista dalla Costituzione (artt. 50, 71, 75 e 138 Cost.) è impedita da: 

1) Mancata attuazione della Petizione popolare di cui all'art. 50 (non c'è una legge che ne stabilisca i vincoli e le modalità di utilizzo)

2) Ostacoli all'iniziativa di legge popolare (art. 71 Cost.), al referendum abrogativo di legge ordinaria (art. 75 Cost.) ed al referendum confermativo di legge costituzionale (art. 138 Cost.) posti con la legge attuativa n. 352/1970 (v. capitolo 2 del libro scaricabile da questo stesso Blog "Vivere meglio con più democrazia")

In sostanza, per sviluppare ulteriormente il concetto espresso, se la Democrazia Diretta da' fastidio a chi fa parte della Casta perché tende a togliergli poteri per darli ai legittimi proprietari (i cittadini) e la dimostrazione sta negli ostacoli posti al suo esercizio, alcuni dei quali già evidenziati (v. ultimo pensiero in grassetto), che senso ha chiedere modifiche costituzionali se poi queste dovranno essere applicate con legge ordinaria ed il modo di applicare i principi costituzionali con legge ordinaria lo conosciamo già ? Chiediamo l'introduzione di  referendum propositivi, revocativi, confermativi facoltativi per leggi ordinarie, deliberativi, e chi più ne ha più ne metta nella nostra Costituzione... ma se poi saranno applicati allo stesso modo di come sono stati applicati i principi già esistenti dai soli eletti... cosa avremo risolto?


CONCLUSIONE:
E' il popolo ad essere sovrano in una Democrazia ? La nostra Costituzione recita che la "Sovranità" appartiene al popolo ? La può esercitare anche direttamente (v. artt. 50, 71, 75 e 138) seppur con dei limiti che si possono comunque modificare nel tempo ? I rappresentanti eletti hanno dimostrato di non sentirci sotto questo aspetto?
E' evidente che deve essere quindi il POPOLO a chiedere/pretendere la modifica di tutto quanto è di ostacolo all'esercizio diretto della sua sovranità perché gli eletti non lo faranno MAI e se qualcuno di essi proporrà qualcosa del genere non passerà MAI per il semplice fatto che il Parlamento decide a maggioranza dei parlamentari che votano un disegno di legge per fare in modo che tale disegno di legge diventi legge.
Esistono già disegni di legge presentati da parlamentari che sono a favore della Democrazia Diretta ma stanno dormendo in commissione parlamentare ove depositati da ANNI. Perché ?
Perché se una commissione parlamentare è formata da (ipotesi) 30 parlamentari e un parlamentare propone un disegno di legge da discutere anche col sostegno di altri parlamentari (co-firmatari), la prassi maledetta (che loro stessi hanno stabilito) vuole che per far passare avanti alcuni disegni di legge piuttosto di altri devono essere sostenuti da un tot numero di parlamentari facenti parte della commissione a cui assegnati. Senza questo numero il disegno di legge dovrà attendere il suo turno e se consideriamo l'enorme quantità di disegni di legge in giacenza nelle varie commissioni parlamentari abbiamo voglia di sperare ! E comunque anche se discusso il disegno di legge deve poi essere votato favorevolmente dalla maggioranza dei parlamentari della commissione che lo ha esaminato perché passi definitivamente al voto delle due Camere, e deve poi essere votato dalla maggioranza dei parlamentari di ENTRAMBE le Camere per divenire legge ! Il Risultato ? Quei disegni di legge proposti a favore della Democrazia Diretta, pur da uno o più parlamentari, non diventeranno  MAI legge nemmeno se discussi!
Chiaro il punto ?


Se il popolo non pretende e non sostiene ciò che gli consentirebbe di esercitare realmente la sua sovranità sarà sempre sottomesso ad un'Oligarchia di individui che hanno dimostrato ampiamente di cosa sono capaci e di cosa sono incapaci.


Se poi si vogliono creare nuovi partiti per concorrere a determinare la politica nazionale o locale all'interno dei vari palazzi che se la contano fra loro per fare propaganda ed ottenere una o più poltrone con tutti gli annessi e connessi che ne conseguono è un altro paio di maniche... e da tale idea IO mi dissocio totalmente (il comitato che avevo fondato ha infatti scelto la politica dei cittadini al di fuori da ogni rappresentanza) con l'auspicio di trovare qualcuno che dall'interno spinga, ma coinvolgendo ed informando la popolazione (locale o nazionale), la Democrazia Diretta, e gli strumenti necessari per valorizzarla ed esercitarla e come fare INSIEME (eletti ed elettori) per ottenerli. Siamo ridicoli, noi italiani, anche per l'esorbitante numero di partiti, partitelli, movimenti e simili che di volta in volta concorrono alle varie elezioni ... numero che cresce sempre più di anno in anno dimostrando sempre più divisione anziché unione di intenti... e spesso per la smania di arricchire attraverso la politica.

Per rimanere sull'esempio della TAV, i cittadini elettori Piemontesi potrebbero utilizzare gli strumenti di partecipazione e di consultazione della popolazione previsti dallo Statuto regionale Piemonte. Ci hanno mai pensato ?
Preferiscono invece prendere manganellate in piazza o farsi arrestare per qualche giorno ed essere torchiati ? A che scopo ? Per libero sfogo ?
Protestate allora per i diritti di partecipazione negati, caso mai, non per questioni che sono già state decise dagli amministratori eletti ... non ha senso !



1 luglio 2011

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